martedì 1 settembre 2015

Fiori di Bach

Mia madre ha comprato delle candele profumate alla citronella, il suo profumo soffocante che si sparge per tutta la casa mi dà la nausea e poi a me le zanzare non pungono, motivo per il quale questo acquisto non ha senso. Mi ripudiano anche gli insetti succhia-sangue, sono marcia dentro. 
Il punto della questione però è: sono terrorizzata. Non delle zanzare, si intende, qualcuna ha pure provato ad avvicinarsi a me, ma non ha lasciato segni o non ha avuto il tempo. le mie gambe sono rosse a furia di schiafferggiarle, alla fine dell'estate mi sarò fatta più male da sola che in qualunque altro modo. 
Dicevo, sono terrorizzata. La mia, vedi, non è una paura banale, non si tratta di ansia da prestazione, piuttosto sento di star percorrendo da anni una via errata. È agghiacciante quanto poco possiamo prevedere le cose che ci capiteranno, tra un mese, un anno, un minuto. Questo non ti spaventa? Non ti spaventa sapere che tu non sei più la persona che eri cinque minuti fa? Anche dopo aver letto ciò (ammettendo, poi, che leggerai quanto ho scritto fino adesso e quanto scriverò ancora) tu sarai cambiato. Avrai assorbito le mie ansie e le avrai fatte tue. Fai sempre così. Ma io, voglio alleviarti e rassicurarti. Non c'è male dentro me, piuttosto vi è vuoto in tutto ciò che compio. Che poi anche l'azione stessa di aver compiuto qualcosa vuol dire che è finita, che è stata fatta; ma io, come ben sai, non sono mai riuscita a terminare nulla. Tuttavia, nel tramonto di questo primo settembre, non voglio piangermi addosso. Abbiamo fatto delle scelte e forse la mia scelta è stata quella di non scegliere, di lasciar fare al tempo il suo corso, fino quando, come manna dal cielo, anch'io sarò in grado di scegliere. Non prendere questa mia involontaria decisione come un gesto ipocrita e pigro, sai bene quanto odi questi aggettivi, ma più cerco di venir fuori, più vengo spinta dentro. Ho smesso anche di farmi promesse, perché dovrei farlo? Per contare, alla fine, i miei fallimenti? No, non voglio. 
Se domani l'esito non sarà di mio e tuo gradimento, ti prego di non farne un dramma, non voglio che usi quel tono compiaciuto su di me. Anche se tu vorrai aiutarmi non vi è modo alcuno. Lascia che mi goda anche gli avvenimenti spiacevoli. In fondo lo hai detto anche tu che le storie migliori vengono fuori dalle catastrofi. Ovviamente ne soffrirò moltissimo, ma non voglio che questo ti renda compassionevole nei miei confronti, non facciamone una tragedia eschilea. Quel che fatto è fatto. 
Infine, voglio ringraziarti per le belle parole che mi scrivesti, dicendomi di non avere paura. L'esito di domani mi tiene in apprensione e so che lo stesso vale per te. Quando mi scrivesti io non trovai le parole giuste, poichè mi sentivo ancora travolta dall'angoscia di ciò che sarebbe successo, ma adesso, un giorno prima della verità, sento che sei tu l'unico a cui voglio scrivere. Non prendere questa mia lettera come un invito a farti carico delle mie paure. Non ne devi avere, nulla muterà in me. Anche questa decisione che prendo, di profonda rassegnazione, è un modo per lasciar fare al tempo ciò che ha deciso. So che non sarai d'accordo per quanto scritto, ma ti prego di comprendere. Anche i cuori più impavidi smettono di battere per le continue ammaccature. Io sto bene, anche se ho paura. 
Ti mando un fiore e, anche se quando ti arriverà sarà già morto, tu saprai che viveva quando ha lasciato le mie mani. 
Tua cara T.





domenica 30 agosto 2015

mercoledì 22 aprile 2015

Duemilaquattro

2004. 

Oltre duecentoquaranta persone muoiono, prevalentemente calpestate, durante il consueto pellegrinaggio annuale alla Mecca.
Mark Zuckerberg crea Facebook.
Il ciclista Marco Pantani viene trovato morto nella stanza del residence dove alloggiava.
Il Signore Degli Anelli: Il ritorno del re si aggiudica 11 premi oscar.
Finisce, dopo dieci anni, la serie tv "Friend"s.
Giulio Andreotti viene definitivamente prosciolto e scagionato dalla Cassazione dall'accusa di collusione con la mafia.
Un'onda anomala colpisce il Sud-Est Asiatico provocando 400.000 vittime tra morti e dispersi.

La mia vita era bella ed io ero felice. 



sabato 10 gennaio 2015

Lentamente muori

A volte lo sforzo che fai per alzarti dal letto e iniziare una nuova giornata è una lotta contro te stesso.
E lo sai, lo sai che c'è qualcosa che fa più male, qualcosa che fa più paura e che ti frena. 
Più forte del sonno, più forte degli occhi che a fatica scrutano il cielo, più forte del freddo, più forte delle cose che avresti dovuto fare. 
Forte come la sensazione di non appartenere alle strade che percorri ogni mattina, agli odori che senti mentre corri, ai volti delle persone che sei costretto ad incontrare. 
E allora tutto va più lento
Guardi il cielo e studi ogni colore, ogni goccia di pioggia che cade
Lentamente compi gesti quotidiani, Lentamente, ti prepari per la guerra contro il mondo, il tuo

martedì 30 dicembre 2014

La neve.



Nevica, ed è la prima volta che vedo così tanta neve. 
Ho solo voglia di mettermi gli scarponi e uscire fuori, correre sotto la neve fin quando non mi scoppia il cuore. 
Non ne ho mai vista così tanta. 
E vorrei tanto chiamarti, dirti che qui fa freddo, che uscirò solo se ben coperta, che non prenderò la bici, che ritornerò presto a casa, che scioglierò i capelli se ti piacciono tanto.
Nevica, ed è la prima volta che ne vedo così tanta. Chissà che cosa avresti detto tu. 





"Non la vedi, non la tocchi, oggi, la malinconia? Non lasciamo che trabocchi, vieni, andiamo
Andiamo via."

domenica 28 dicembre 2014

Animae dimidium meae

Ho messo uno smalto rosso che nemmeno mi piace.
Ho ascoltato la stessa canzone per cinque volte.
Ho fumato sporgendomi dalla finestra del bagno con la pioggia che mi sbatteva in faccia per il vento.
Ho desiderato ardentemente scappare via.
Ho chiuso gli occhi ed eri lì, che sorridevi seduto sulla solita sedia, che mi dicevi parole a cui io non prestavo attenzione. E il tempo si è fermato. Il caffè ha smesso di salire, la gente ha smesso di parlare, le macchine di correre e il vento di soffiare. 
E questo tempo ci apparteneva, e quante cose avremmo potuto fare e invece siamo rimasti immobili, tu seduto sulla sedia a guardare la televisione ed io, dietro di te, a fantasticare fissando il soffitto. La dolcezza del tempo che stavamo perdendo mentre ti stavi allontanando, ma non lo potevo sapere e tu non lo potevi sapere, perché queste cose non si possono e non si devono sapere. 
Ho freddo, apro gli occhi e sei sparito, butto la sigaretta via. 
Buonanotte, anche se non puoi sentirmi, anche se non puoi saperlo. 

giovedì 25 dicembre 2014

Frammenti.

Da qualche giorno a questa parte, su facebook stanno tutti postando il resoconto del proprio 2014, con foto e ringraziamenti vari. 
Spinta dalla curiosità, ho voluto farlo anch'io, ma due fotografie non possono descrivere l'anno che ho passato e le lacrime e i sorrisi che ho perso. 
Mi sono chiesta il perché di tante cose, il perché della morte, dell'attesa, del tempo. 
Per la prima volta ho visto che mia nonna invecchiava, che mia madre ha preso peso, che mia zia ha delle borse spaventose sotto gli occhi. 
Ho scoperto quanto puó essere fallace il tempo, il sapore delle lacrime, guardare il sole dopo una notte insonne in macchina. 
Ho scoperto che nulla mi è dato per scontato, che il sacrificio è pazienza, ma non sempre è ripagato.
Ho imparato a voler bene, ad odiare. 
Ho capito cosa vuol dire sentirsi soli in mezzo alla gente, di come non mi abbia mai capita nessuno. 
Ho scoperto che mi piace il nero, il gorgonzola, i film noir e le canzoni francesi, il colore grigio del fumo, le poesie di Montale, Michelangelo e Roma. 
Ho scoperto di avere ancora tanto da imparare e da soffrire. 
E passerà un altro anno come passerà questa notte e le altre a venire. 
Ed io, come ogni notte, sognerò di essere altrove, lontano, dove il respiro, nel silenzio, non fa rumore.